La Vitiligine è una forma cutanea caratterizzata dalla comparsa di chiazze bianche sulla pelle. Tali chiazze compaiono particolarmente in età giovanile e sono caratterizzate dall’alterazione dei melanociti. Infatti, le cellule atte a produrre melanina alterate causano macchie ipocromiche o acromiche. In questo articolo vi verranno fornite delle informazioni utili riguardo alla Vitiligine.
Incidenza della vitiligine sulla popolazione
Nella popolazione bianca la vitiligine è presente, in media, nell’1% della popolazione. Ma in particolari gruppi etnici sono stati riportati valori che si avvicinano al 5%.
Distribuzione
La vitiligine colpise in maniera abbastanza uniforme entrambi i sessi. Tuttavia sono le donne a ricorrere maggiormente alle cure specialistiche.
Non esiste una predisposizione preferenziale per quanto riguarda il colore della pelle o dei capelli nei soggetti che ne sono affetti. Ma si può parlare di incidenza ereditaria per il 20-40% dei casi.
La Vitiligine difficilmente si manifesta alla nascita. Per questo motivola si può definire acquisita. In alcuni casi, però, è possibile che si manifesti fin dai primi giorni di vita.
Per quanto concerne l’età media dei pazienti, questa leucodermia colpisce, di norma, i soggetti fra i 10 ed i 30 anni. Risulta anche una percentuale massima del 50% che inizia a manifestare la sintomatologia intorno ai 20 anni.
Ereditarietà e Vitiligine
Ulteriori informazioni utili riguardo alla Vitiligine considerano la relazione tra malattia ed ereditarietà.
La possibilità di trasmissione ereditaria di questa particolare dermatosi deve venire presa in considerazione. Infatti è stata ritrovata, ad esempio, in gemelli monozigoti.
La Vitiligine procederebbe secondo un meccanismo di natura autosomidominante, con espressività penetranza variabili ed incomplete. Infatti non è dimostrabile l’esistenza di un marker genetico. Inoltre altri fattori ereditari possono essere sia il gruppo sanguigno ABO, sia l’antigene di istocompatibilità HLA.
Clinica
Dalle ricerche risulta che traumi fisici o psichici possano essere possibili cause della Vitiligine. Questo può avvenire anche a grande distanza di tempo.
Talvolta si può evidenziare l’esistenza di un Kobner positivo nei soggetti affetti. Per questo motivo è possibile ipotizzare una predisposizione alla Vitiligine.
Nella maggior parte dei soggetti colpiti da Vitiligine il numero delle chiazze può variare. Esse si presentano con un colorito bianco latte, più evidente verso le periferie (tricromovitiligine). Mentre i bordi appaiono iperpigmentati, specie nelle fasi di risoluzione della patologia.
Talvolta la macchia può risultare pruriginosa. Questo è dovuto all’associazione di una componente flogistica, con infiltranti linfocitari intradermici.
La distribuzione corporea topografica delle macchie vitiliginose è soggetta ad estrema variabilità individuale. Tuttavia, in una buona percentuale di casi, esiste nelle zone cutanee maggiormente colpite. Queste zone sono, ad esempio, la regione estensoria dei gomiti e delle ginocchia, superficie dorsale delle dita, commissura labiale e tratti periorifiziali, in particolare quelli genitali. Come nel caso della vitiligine vulvare nelle donne.
L’esame diretto delle macchie con la “luce di Wood” è di grande utilità nella loro precisa identificazione. Inoltre mette in luce la reale estensione delle chiazze.
Anche il cuoio capelluto può risultare interessato dalla dermatosi (leucotrichia), con manifestazioni decolorative a chiazze o diffuse. La vitiligine sul cuoio capelluto ha un’incidenza media dal 10% al 40%.
L’evoluzione della chiazza leucodermica può risultare rapida o lenta, talora con andamento oscillante. Infatti possono alternarsi periodi di ingrandimento ad altri di restringimento.
Infine, si possono anche osservare crisi di remissione spontanea dell’ipocromia, che sempre mostrano come punto di partenza le zone perifollicolari. Tuttavia si tratta di evenienze molto rare.
Istologia
Quando si parla di Vitiligine, il primo dato importante è l’assenza dei melanociti dello strato basale dell’epidermide. Essi infatti sono sostituiti con le cellule di Langerhans o con cellule di natura indeterminata.
Questo dato istologico, per esempio, è di grande utilità nella diagnosi differenziale con una forma di albinismo, malattia in cui, nella varietà tirosinasi-negativa, i melanociti stessi sono presenti, ma con melanosomi bloccati al II stadio evolutivo.
Mentre nella varietà tirosinasi-positiva sembra sussistere un difetto nel processo di trasferimento dei melanosomi ai cheratinociti. Nella ipomelanosi guttata, malattia che compare solo dopo i 50 anni, i melanociti sono presenti, ma funzionano poco o nulla.
Anche il piebaldismo mostra lo stesso quadro istologico, ma si tratta di una malattia che è già presente al momento della nascita.
Patogenesi della Vitiligine
Molte sono le ipotesi patogenetiche avanzate per l’interpretazione delle cause della vitiligine.
Ricordiamo le ipotesi più significative:
- Autoimmune
- Neurogena
- Dell’autodistruzione
- Mista
Terapia e Vitiligine
Ultima delle informazioni utili sulla vitiligine riguarda la terapia.
In passato sono stati praticati diversi tentativi terapeutici per combattere la vitiligine. Tuttavia nessuna cura contro la vitiligine ha avuto successo. Talvolta sono stati ottenuti risultati temporanei. Esempi di questo tipo sono la somministrazione di furocumarine e la corticoterapia locale.
Ad oggi il suggerimento che il dermatologo può proporre ai propri pazienti affetti da vitiligine è quello di sottoporsi ad un trattamento fototerapico con raggi ultravioletti. I risultati non saranno evidenti dalla prima seduta, ma richiedono pazienza e costanza.
Si è dunque appreso che l’unica terapia attualmente possibile per la vitiligine è la ultravioletto terapia con i raggi UVB.